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dai GIORNALI di OGGI

Il tour de force del presidente

faccia a faccia con tutti, o quasi

Il tour de force del presidente faccia a faccia con tutti, o quasi

Barack Obama con il premier spagnolo Zapatero

2009-04-05

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L'ARGOMENTO DI OGGI

 

 

CORRIERE della SERA

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2009-04-05

I L PREMIER A PRAGA

"Obama mi ha invitato a Washington"

L'annuncio di Berlusconi: "Sarà viaggio di cortesia, la data è da stabilire. Barack saggio e umile"

PRAGA - Il viaggio alla Casa Bianca, finalmente, è in agenda. "Obama mi ha invitato ad andare a Washington. Sarà solo una visita di cortesia" annuncia il premier Berlusconi parlando nella conferenza stampa che conclude il summit Europa-Usa di Praga. Ai cronisti che chiedevano quando si terrà l'incontro bilaterale, il capo del governo italiano ha risposto: "Prossimamente. Lo dobbiamo decidere". Poi, in tono scherzoso, ha aggiunto: "Gli ho detto, ridendo, che i giornalisti italiani attribuiscono molta importanza al fatto che non c'è stata questa bilaterale; gli ho detto: se me lo chiedi, io te la concedo...". Una battuta, ha concluso Berlusconi, su cui "abbiamo riso" insieme.

IL NODO TURCO - Il premier si è anche soffermato sulle posizioni diverse tra gli Stati Uniti e la Francia in primis sull'ingresso della Turchia nell'Unione europea. "Obama ha detto che vedeva con favore l'entrata della Turchia nell'Unione. Noi siamo sulla stessa linea, Francia e Germania sono su una posizione diversa perché temono un grande afflusso di cittadini turchi nei loro Paesi. E comunque penso che si possa raggiungere un compromesso", ha affermato il presidente del Consiglio. Aggiungendo: "Bisognerebbe fare come si è fatto in alcuni Paesi come la Romania". Ovvero, osserva il premier, occorrerebbe introdurre "una regola che nonostante l'entrata in Europa della Turchia si rimanda il flusso libero. Credo che questa sia la strada che si seguirà, non me la sento di fare previsione".

L'INTESA SULLA NATO - Berlusconi si è dilungato sull'intesa con Obama dicendo che il leader Usa "ha confermato le aspettative facendo una ottima impressione per la sua saggezza, chiarezza e anche, devo dire, umiltà. Potremo lavorare insieme per l’interesse dell’Europa e del mondo". Breve accenno poi alla nomina all'unanimità, in sede Nato, del danese Rasmussen a segretario generale: "Oggi mi hanno ringraziato tutti per il lavoro che ho fatto ieri" per sbloccare il no turco. "Erdogan - ha chiosato il Cavaliere - era partito da un no assoluto".

 

05 aprile 2009

REPUBBLICA

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2009-04-05

Il tour de force del presidente

faccia a faccia con tutti, o quasi

Il tour de force del presidente faccia a faccia con tutti, o quasi

Barack Obama con il premier spagnolo Zapatero

PRAGA - "La marcia dei bilaterali continua", così i giornalisti americani che seguono il viaggio di Barack Obama hanno ribattezzato la nuova ondata di incontri che ha caratterizzato il sesto giorno di visita in Europa del presidente americano. In meno di una settimana Obama ha visto tutti i leader dei Paesi del G8, poi cinesi, indiani, sauditi e sud-coreani, cui ha aggiunto i turchi e per par condicio i greci, i cechi e per non far dispiacere a nessuno pure i polacchi. Ha sanato la ferita degli anni di Bush e ha voluto riservare un faccia a faccia allo spagnolo Zapatero, messo al bando dalla Casa Bianca repubblicana, gratificandolo con il migliore complimento della settimana: "E' un mio amico e un leader che comprende non solo la straordinaria influenza della Spagna nel mondo, ma che prende questa responsabilità molto seriamente".

Tra un vertice e l'altro, tra un discorso e una conferenza stampa è riuscito ad incontrare ex presidenti come Havel e possibili futuri primi ministri come il britannico David Cameron, solo per Silvio Berlusconi non è riuscito a trovare un attimo di tempo. Ma il Cavaliere, rendendosi conto che ormai la situazione si faceva pesante, ha rotto gli indugi alla fine del vertice di Praga e si è fatto invitare a Washington: "I giornalisti italiani - ha detto a Obama - attribuiscono molta importanza al fatto che non c'è stato questo incontro bilaterale, ma se me lo chiedi, io te lo concedo...". A quel punto il presidente americano gli ha detto che lo aspetta alla Casa Bianca prima dell'estate. Il tormentone è finalmente finito, non solo per i giornalisti ma anche per la diplomazia italiana, che le aveva inutilmente provate tutte per trovare un buco nell'agenda di Obama.

Barack Obama è stato svegliato poco dopo le quattro e mezza del mattino dal suo portavoce Robert Gibbs, doveva rispondere urgentemente al telefono: dall'altra parte del filo, a Washington, c'era il generale James Cartwright il vice capo di stato maggiore delle forze armate americane. Aveva chiamato per avvisarlo che la Corea del Nord aveva lanciato il suo missile sul Pacifico.

Il presidente se lo aspettava, solo non sapeva in che notte lo avrebbero svegliato e non si è più riaddormentato: ha chiamato il ministro della Difesa Gates e poi si è incontrato con il suo consigliere per la sicurezza nazionale, il generale James Jones, che nel frattempo aveva raccolto tutte le informazioni che arrivavano dai servizi segreti e dai satelliti. Ha preparato con Gibbs una dichiarazione di commento, che è stata mandata ai giornalisti alle sei del mattino, e ha aggiunto due frasi nel discorso che avrebbe letto alle dieci sulla piazza del Castello di Praga.

La tappa praghese doveva essere quella dello svago per la coppia presidenziale, ma prima c'è stato il ritardo a Strasburgo dovuto allo scontro sulla nomina del segretario generale della Nato, poi la scelta per motivi di sicurezza e di stanchezza di restare in albergo - così la cenetta romantica con Michelle si è svolta nella suite dell'Hilton con vista sulla Moldava - infine la telefonata nel cuore della notte.

I collaboratori del presidente hanno dormito ancora meno: a mezzanotte il capo dello staff Rahm Emanuel e il super consigliere David Axelrod se ne stavano sul Ponte Carlo a guardare il panorama del castello illuminato. Hillary Clinton invece era a cena al ristorante, ma lei si è sempre vantata in campagna elettorale di essere pronta a rispondere ad una chiamata d'emergenza alle tre del mattino: il dittatore di Pyongyang le ha regalato un'ora e mezza di sonno in più.

(5 aprile 2009)

L'indice della rubrica

 

 

L'UNITA'

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2009-04-05

La Merkel lo cerca per la cerimonia Ma Berlusconi parla al cellulare

Una telefonata con il premier turco Tayyp Erdogan, per tentare di sbloccare la nomina di Anders Fogh Rasmussen a segretario generale della Nato, ha fatto saltare a Silvio Berlusconi la cerimonia sul Reno con i leader della Nato. Il presidente del Consiglio è arrivato in auto a Kehl, in Germania, davanti al tappeto rosso su cui Angela Merkel attendeva gli altri 27 capi di Stato e di governo dell'Alleanza e, mostrato al cancelliere tedesco che era al cellulare, ha ruotato l'indice per spiegare che avrebbe tardato. Così la Merkel ha accolto una decina di altri leader, tra cui lo stesso premier danese Rasmussen e il britannico Gordon Brown, mentre Berlusconi continuava a parlare al cellulare passeggiando sulla sponda del fiume.

Fonti governative hanno riferito che il presidente del Consiglio è impegnato dalle prime ore del mattina in una trattativa per cercare di ottenere il via libera della Turchia sul nome di Rasmussen. La cerimonia è poi proseguita senza Berlusconi, con i leader della Nato che hanno attraversato la passerella sul Reno, a partire dal presidente Usa Barack Obama che è quello con meno anzianità nell'incarico. I capi di Stato e di governo dell'Alleanza, accompagnati da una banda, sono stati accolti a metà della passerella dal presidente francese Nicolas Sarkozy. L'evento simboleggia la pacificazione franco-tedesca dopo le due guerre mondiali. Berlusconi ha saltato anche il minuto di silenzio per i caduti nelle missioni Nato e si è unito agli altri leader solo una ventina di minuti dopo, sulla sponda francese del Reno da dove i leader sono partiti in pullman per Strasburgo. Le telecamere lo hanno inquadrato mentre si spiegava con la Merkel e riferiva a Rasmussen della sua telefonata.

Poi in serata da Praga, Berlusconi minaccia i media. Il premier spiega di "non farcela più" con la stampa italiana che - ribadisce

- gioca contro l'Italia. "La Regina - dice il presidente del consiglio - è stata nei miei confronti assolutamente aperta e simpatica. Qualcuno ha parlato di un rimbrotto ma poi quando arriva la smentita non richiesta, dicono che l'ha dovuta fare per la pressione di Berlusconi... Allora dico: 'andate al diavolo...'". Per il premier la misura è colma: "veramente - osserva passeggiando per le vie di Praga - non se ne può più. Questa è calunnia nei miei confronti e disinformazione nei confronti dei lettori".

Il cavaliere allora fa un ragionamento: "quindi ad un certo momento non voglio arrivare a dire di fare azioni dirette e dure nei confronti di certi giornali e di certi protagonisti della stampa, però sono tentato perchè non si fa così...". Ma quale tipo di azioni?, chiedono i giornalisti. "Perchè - risponde Berlusconi - voi pensate che se io dico: non guardate più una tv o altro, non c'è nessuno

che mi segue in Italia?".

04 aprile 2009

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-04-05

Berlusconi: Obama mi ha invitato in America

di Gerardo Pelosi

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5 APRILE 2009

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PRAGA - "Sì, vedrò Obama". Al termine del vertice Ue-Usa di Praga arriva dal premier italiano Silvio Berlusconi la conferma che l'atteso incontro con il nuovo presidente americano si terrà presto, nelle prossime settimane. Quello sarà, naturalmente, un incontro di cortesia con il Paese che presiede il G8 ma in realtà, aggiunge il "cavaliere", con Obama "ho parlato un mare di volte". Anche in questo caso sarebbe stata la stampa italiana a drammatizzare "un caso inesistente". Ed è proprio alla stampa italiana che ha fatto riferimento Berlusconi parlando con Obama: "Ho detto ad Obama che per la stampa italiana – ricostruisce Berlusconi - l'incontro tra di noi è molto importante, quindi se mi chiedi l'incontro te lo concedo". A quel punto il presidente americano non si è potuto tirare indietro. Ma, nel corso della conferenza stampa dopo il vertice (sempre senza domande da quando è calato il gelo tra Berlusconi e la stampa) il premier italiano parla di "assoluta convergenza" con il presidente americano su tutti i temi trattati sia al G20 di Londra, sia alla Nato di Strasburgo ed anche al summit con la Ue. E anche le differenti valutazioni tra Stati Uniti da parte e Francia e Germania dall'altra sull'ingresso della Turchia nell'Unione europea secondo Berlusconi potrebbero essere risolte. "Francia e Germania – precisa il premier – temono che un ingresso della Turchia possa significare un aumento degli immigrati turchi in quei due Paesi dove già esistono numerose comunità turche ma si possono trovare forme di moratoria come già fatto per la Romania e la Bulgaria".

Sul fronte interno Berlusconi conferma che il Governo terrà fermi i principi dell'economia sociale di mercato e che nessuno "sarà lasciato solo" a soffrire gli effetti della crisi.

5 APRILE 2009

 

 

Berlusconi contro i giornalisti, è polemica in Italia

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5 aprile 2009

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Si scatenano le reazioni alla dichiarazione del premier Silvio Berlusconi, che sabato, dal vertice Nato di Praga, aveva minacciato di oprendere "dure misure" contro la stampa italiana che remerebbe "contro gli interessi del paese" con "calunnie" su gaffe inesistenti del capo del governo e senza mettere in risalto l'azione dell'esecutivo sulla scena internazionale. Le parole hanno scatenato le proteste della Federazione Nazionale della Stampa che con il presidente Roberto Natale ha parlato di dichiarazioni di "inaudita gravità" e con il segretario Franco Siddi di "cattive tentazioni".

Da parte sua il segretario del Pd, Dario Franceschini, definisce "frutto del nervosismo fisico di chi capisce che il suo ciclo sta finendo" le polemiche del premier Silvio Berlusconi nei confronti della stampa. "Il suo - ha aggiunto Franceschini, concludendo i lavori della scuola politica del Pd ad Amalfi - è il nervosismo di chi capisce che dopo tanti anni qualcuno ancora ride per le sue scenette, ma nessuno più si spaventa per le sue minacce". Silvio Berlusconi partecipa ai vertici internazionali "per divertirsi, come se andasse in gita scolastica", ha detto il leader Pd.

Molto critico anche Felice Belisario, presidente dell'Italia dei Valori: "Evidentemente a Berlusconi il controllo o la proprietà delle televisioni, pubbliche e private, non basta". Per il presidente di Idv ora il premier "vuole assumere anche il controllo totale della carta stampata che è già in larga parte in ginocchio davanti a lui. Minaccia tuoni e fulmini semplicemente per aver riportato quello che i giornali e le tv di tutto il mondo hanno scritto e fatto vedere, cioè che ha commesso due gaffe internazionali in due giorni". Per Belisario siamo ormai "alla censura preventiva, all'anticamera del regime autoritario".

Ma dal Pdl arrivano parole in difesa del premier: per Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato, "Berlusconi è appena uscito dal grande congresso di costituzione del Pdl, un evento che la sinistra si sogna - afferma Gasparri - domina la scena internazionale rivelandosi decisivo per le nomine alla Nato e scelte del G20, la Corte Costituzionale gli dà ragione nella lotta al terrorismo sabotata dalle toghe rosse e Franceschini, sostenuto dal servilismo della Rai delle Bignardi e dei Fazio, dice che il ciclo di Berlusconi è finito? Franco Marini, o qualche altro saggio del Pd, lo porti da un medico. Deve reggere almeno fino alla cacciata di giugno. Si curi. Per resistere ancora un paio di mesi".

5 aprile 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

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